Il Rogito delle Cantine del Notaio mette in luce il carattere eclettico dell’Aglianico, capace di prestarsi a vinificazioni in rosato con brevi macerazioni, come in questo caso, pur conservando le tenaci peculiarità proprie del vitigno, anche grazie al sapiente affinamento in legno. Numerose testimonianze storiche rendono merito all’Aglianico rosato: una fra tutte, quella del filosofo e medico Andrea Bacci, che nella sua “Storia naturale dei vini”, del 1596, parla a proposito dell’Aglianico di “(…) uve che non sono così nere (…) e di un succo di consistenza mediana”.
Proprio in virtù di questa grande personalità del vitigno di partenza Gerardo Giuratrabocchetti, proprietario delle Cantine del Notaio, ha deciso di cimentarsi con questa versione di Aglianico, con grande successo. I vigneti da cui provengono le uve utilizzate per il Rogito sono dislocate in alcune tra le migliori contrade del Vulture, con alcuni filari piantati oltre cento anni fa e oggi coltivati interamente in regime di agricoltura biologica. Il tufo vulcanico caratterizza i suoli dove cresce l’Aglianico, conferendo grande mineralità ai vini di questa zona, come nel caso del rogito.
E proprio nel tufo sono state scavate le cantine d’affinamento, affascinanti antri naturali con condizioni ottimali di temperatura, ventilazione e umidità, in cui riposano le barriques di Allier. In questi legni il Rogito matura per 12 mesi, giungendo a livelli di morbidezza che limano il grande corredo sapido e speziato di questo insolito Aglianico dalla grande persistenza aromatica.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.